Tutti scarabocchiamo, a tutte le età. Cosa si cela dietro a questi innocenti disegni? Cosa significano veramente e cosa svelano del nostro inconscio?
Chi di noi non si trova spesso a vagare per un foglio con la punta di una penna, tracciando piccoli disegni senza significato, guidati solo dall’istinto irrazionale del momento? I così detti scarabocchi insomma , quelli che riempivano i diari a scuola e ora le agende in ufficio e i block notes a casa. Fatti senza nessuno scopo, se non la voglia di riempire il foglio mentre la mente si occupa di qualcosa di più importante.
Si inizia a imprimere su carta questi piccoli disegni da poco dopo la nostra comparsa al mondo, il bambino di due anni comincia ad impugnare gli oggetti e muoverli con un minimo di senno e i primi disegnini risalgono proprio a quell’età, un modo per l’infante di cominciare a esprimersi, di relazionarsi e di rappresentare il mondo che sta scoprendo ogni giorno.
Quando si diventa grandi le cose cambiano poi tanto?
Un adulto tende a fare degli scarabocchi sostanzialmente in due occasioni: è annoiato in una attività che gli lascia le mani libere, per esempio una lunga telefonata, e in questo caso il riempire il foglio con una matita è un modo per tener le mente “sveglia” mentre è obbligata a prestare attenzione a qualcosa che l’annoia tremendamente. Di solito le forme che vengono fuori sono totalmente improvvisate, non hanno nessun significato e sono spesso molto elementari. Il secondo caso in cui invece spesso ci si ritrova a scarabocchiare potremmo dire che è l’esatto opposto, siamo molto concentrati, abbiamo un pensiero fisso, probabilmente dobbiamo risolvere un problema o rispondere a una domanda, non ci resta che spremere le meningi e mentre lo facciamo il disegno può aiutarci ad alleggerire la tensione. Prestiamo attenzione su quello che vogliamo disegnare e per un attimo alleggeriamo la mente di parte dello stress causato dal nostro problema principale. In questo secondo caso gli scarabocchi avranno spesso figure ben definite, più razionali, risultato di un ragionamento, per quanto sovrappensiero.
Numerosi studiosi e psicologi sostengono che dietro a questi innocenti scarabocchi si celi un significato profondo che può svelare molto della nostra personalità, chi siamo veramente, cosa proviamo nel momento che gli facciamo e quali siano i nostri sentimenti predominanti. Ci sono certi disegni che facciamo in maniera del tutto casuale ed estemporanea e che probabilmente non faremo mai più, mentre c’è ne sono altri che ciclicamente tornano, e tendiamo a ripetere ogni volta che abbiamo una penna in mano e ci stiamo annoiando durante l’ennesima riunione di lavoro, sono questi ultimi a rivelare qualcosa di importante. Tutti scarabocchiamo in maniera diversa, ma certe figure, certi stili, sono risultati spesso essere comuni tra chi scarabocchia senza pensarci, ognuno ha un significato particolare. Si può osservare la forza del tratto, la ripetitività, l’accuratezza, le dimensioni…tutti segni che senza volerlo svelano parte del nostro inconscio, qualcosa che anche noi non sapevamo di provare ma che può esser riconosciuta da chi sa interpretare questi voli della mente imprigionati su carta.
Quindi continuate a scarabocchiare, in fondo lo facciamo dall’alba dell’umanità, prima sulle pareti delle caverne e ora su taccuini ben rilegati, continuate a proiettare inconsciamente una parte del vostro io interiore, scaricate la tensione e lo stress lasciando un piccolo segno, è il vostro linguaggio segreto, (quasi) nessuno potrà leggerlo, neanche voi!