La scelta delle parole più adatte in qualunque contesto comunicativo ci permette di risparmiare tempo e ottenere un risultato migliore, sempre.
Le parole inondano la nostra vita, ne usiamo migliaia ogni giorno e sono spesso uno degli aspetti più sottovalutati della nostra quotidianità, in quanto avvertite come qualcosa di estremamente naturale, su cui non è necessario fermarsi a ragionare. Usiamo le parole più dolci per comunicare le nostre emozioni a una persona a cui vogliamo bene, le analizziamo in modo certosino quando qualcuno vuole convincerci di qualcosa, le selezioniamo attentamente se parliamo con un nostro superiore… Ma soprattutto usiamo le parole per scrivere, su carta quelle file di lettere assumono un peso diverso e risultano molto più difficili da gestire.
Le parole sono fondamentali nel momento in cui ci si ponga l’obbiettivo di scrivere dei testi interessanti, la loro scelta è qualcosa che si dà spesso per scontata, soprattutto in ambito lavorativo ci si adagia su termini banali che “tornano sempre buoni” per qualunque occasione e ci risparmiano la fatica di cercare sinonimi più efficaci. La semplificazione di un testo è fondamentale oggi, in un mondo digitale sempre più frenetico, dobbiamo costantemente tener conto che il nostro lettore probabilmente condurrà la lettura del nostro articolo, post o relazione che sia, in un ambiente caotico e rumoroso, magari seduto in metropolitana o mentre aspetta in fila alle poste. Semplificare però non può voler dire banalizzazione della forma, perché in quel caso perdere l’interesse di chi legge è facilissimo, annoiarlo è la via migliore perché chiuda il giornale o con un click elimini la nostra mail.
Le parole sono importanti, ancora, perché la ricchezza del lessico ci permette di esprimere gli stessi concetti in maniera più chiara e diretta, senza inutili perifrasi e senza ricorrere a quelle parole odiose usate a sproposito in qualunque ambito, come implementare, piuttosto che… Il vocabolario di base della lingua italiana, conosciuto e utilizzato per la stragrande maggioranza delle nostre conversazioni da tutti i parlanti italofoni è di circa 6.500 parole, utili a cavarsela senza troppi problemi in qualsiasi situazione comunicativa quotidiana. Chi scrive per lavoro o diletto però ha il dovere di sforzarsi un po’ di più, cercando vie che non riconducano per forza ad un serbatoio lessicale così esiguo. Il Lessico comune conta circa 47000 vocaboli ed è padroneggiato da chi possiede un livello medio alto di istruzione. Come si può facilmente intuire la maggior parte degli articoli di bassa qualità che leggiamo in rete, e non solo, attingono esclusivamente da quelle 6500 parole del vocabolario di base, più semplici e conosciute. Se vogliamo produrre contenuti di alta qualità sarà utile invece attingere al ben più vasto e meno utilizzato serbatoio del lessico comune della nostra lingua, che ci permetterà di ottenere un testo più accattivante, scorrevole e soprattutto in grado di attirare l’attenzione dei nostri lettori già dalle prime righe.
L’uso di parole meno comuni ma più precise ci permetterà inoltre di asciugare notevolmente la nostra prosa, saremo in grado di descrivere un determinato concetto con pochi termini chiave invece di perderci in lunghe perifrasi che non faranno altro che appesantire l’insieme ed irretire il lettore, presto spazientito dalla mole di parole superflue che si troverà ad affrontare. Il segreto per una buona comunicazione in qualunque ambito è la chiarezza del messaggio che vogliamo trasmettere, la chiarezza è parente stretta della sintesi, la quale sarà tanto più semplice da ottenere tanto più selezioneremo il giusto lessico per il nostro testo. Questa regola vale in qualunque ambito, che il nostro intento sia di scrivere un articolo divulgativo, un report su un evento o una mail al nostro capo, in tutti i casi dovremo badare sempre ad una corretta scelta delle parole per ottenere il miglior risultato possibile.